Osservatorio sulla crisi nucleare a giugno 2012

Secondo Greenpeace il pieno impatto dell’incidente di Fukushima emergerà nel tempo. Intanto, anche se i cittadini sono contrari, il governo giapponese riavvia il nucleare con regole provvisorie sulla sicurezza.

La centrale nucleare di Oi nella prefettura di Fukui. Fonte: Enformable.

Dal 5 maggio i 54 reattori nucleari del Giappone erano fermi. Il primo ministro Noda e la lobby nucleare hanno fatto di tutto per convincere i politici locali che 2 dei reattori della centrale di Oi possono essere riavviati. Termina così il breve periodo passato dal Giappone senza energia nucleare.

Politica nucleare e riavvio dei reattori di Oi
Il Japan Times dice che il governo centrale è ossessionato dalla fretta di riavviare i reattori nucleari fermi sulla base degli stress test, che sono simulazioni la cui validità non è ancora stata dimostrata (7), “è chiaro che i piani del governo non hanno convinto il pubblico” e lasciano intendere che il governo non stia “lavorando sinceramente per garantire la sicurezza nucleare”.

Infatti, da una indagine del Pew Research Center è emerso che l’operato del governo giapponese è sempre meno apprezzato (4). Rispetto all’anno scorso, i giapponesi sono diventati molto più diffidenti verso il nucleare: a poche settimane dall’inizio della crisi di Fukushima il 44 per cento dei giapponesi avrebbe voluto diminuire la dipendenza del paese dalle centrali atomiche, mentre adesso i giapponesi favorevoli ad un allontanamento dall’ennergia nucleare sono diventati il 70%.

I politici della regione del Kansai che avevano preso posizione contro il nucleare hanno cambiato idea sul riavvio dei reattori Oi. Secondo diversi analisti il repentino cambiamento di opinione è influenzato dalla pressione di Kansai Electric Power Co (KEPCO), il gestore della centrale di Oi, che ha minacciato gli imprenditori locali dicendo che a causa dei black-out dovranno delocalizzare le loro aziende (3).

Intanto Yasuhiro Suzuki e Mitsuhisa Watanabe, due ricercatori specializzati in geomorfologia tettonica, dicono che sotto la centrale di Oi potrebbe esserci una faglia attiva. “Le indagini di Kansai Electric erano insufficienti, non ci sono motivi per negare l’attività della faglia.” I ricercatori chiedono ulteriori indagini prima del riavvio dei reattori.

In questo momento la direzione futura della politica energetica giapponese non è ancora chiara. 117 parlamentari del Partito Democratico, attualmente al governo in Giappone, si sono opposti al riavvio della centrale di Oi. Naoto Kan, che era primo ministro all’inizio della crisi nucleare e da allora è uno dei più convinti oppositori al nucleare, ha detto che “i prossimi 12 mesi saranno cruciali per indirizzare saldamente la nazione su un percorso verso la denuclearizzazione. Non vogliamo lasciare le centrali nucleari ai nostri figli e nipoti.”
Ma con il riavvio della centrale di Oi si apre la strada per il ripristino di tutte le centrali nucleari giapponesi.

Il Wall Street Journal fa un paragone storico e ricorda che quasi 60 anni fa, quando il governo giapponese aveva deciso di far diventare il Giappone una nazione nucleare, per convincere l’opinione pubblica, intervenne la CIA, che sostenne il quotidiano Yomiuri Shimbun nella campagna a favore del nucleare (8).

Asahi Shimbun dice che “le attività alla centrale di Oi riprenderanno senza una revisione completa della politica energetica nucleare e prima della piena attuazione di una struttura normativa. Se altri impianti nucleari verranno autorizzati a riprendere le operazioni con standard di sicurezza provvisori, significherà che l’incidente di Fukushima non ha insegnato nulla”.

Le indagini sulle cause e le conseguenze del disastro
Diversi alti funzionari, tra cui Naoto Kan, primo ministro in carica nei primi tempi del disastro nucleare, affermano che Tokyo Electic Power Co (TEPCO) aveva intenzione di ritirare tutti i suoi lavoratori dall’impianto di Fukushima durante i primi giorni della crisi nucleare. Anche alcune registrazioni provano queste circostanze.
Naoto Kan impose a TEPCO di mantenere i suoi uomini sul sito per evitare che la tragedia si aggravasse ulteriormente.

La commissione d’indagine parlamentare sull’incidente di Fukushima (NAIIC). Fonte: NAIIC.

Secondo il quotidiano Asahi Shimbun, la Commissione d’indagine parlamentare indipendente sull’incidente nucleare di Fukushima (NAIIC) si è schierata con l’ex presidente di TEPCO Masataka Shimizu, che ha negato di aver preso in considerazione l’ipotesi del ritiro dei lavoratori. Per il giornale giapponese le conclusioni della commissione vanno in direzione opposta all’evidenza dei fatti (2).
La commissione d’indagine ha valutato duramente la gestione dell’amministrazione di Naoto Kan e l’operato stesso dell’ex primo ministro.
La valutazione critica del ruolo Kan è in netto contrasto con le conclusioni a cui era giunta nel marzo scorso una commissione d’inchiesta indipendente sull’incidente nucleare di Fukushima Daiichi.

TEPCO, il gestore della centrale di Fukushima, ha presentato un voluminoso rapporto sull’incidente nucleare in cui si autassolve. Secondo il New York Times, l’azienda vorrebbe riaprire una delle sue centrali nucleari ferme e sta cercando di recuperare la credibilità persa per la sua scarsa trasparenza e per aver nascosto, con la collusione degli organi di controllo, la vulnerabilità di Fukushima Daiichi, che con l’incidente ha costretto 100.000 persone a lasciare i luoghi in cui vivevano e che rimarranno inabitabili per molti anni.

Per quel che riguarda le conseguenze del disastro, secondo Greenpeace il pieno impatto di Fukushima emergerà nel tempo, l’organizzazione ambientalista aggiunge che non sono soltanto le persone nelle aree a più alta esposizione ad aver bisogno di protezione, ma devono essere messe in atto delle misure per mantenere più bassa possibile l’esposizione alle radiazioni di tutti gli abitanti (9).


Analisi e commenti degli osservatori internazionali:

  • La trappola di Prometeo/ Braccio di ferro sul futuro del nucleare
    Quale dovrebbe essere la quota di produzione di energia nucleare nella fornitura di energia elettrica complessiva del Giappone? Zero, venti per cento, o di più? Una sottocommissione del comitato consultivo per le risorse naturali e l’energia del Giappone ha il compito di discutere la politica dell’amministrazione del primo ministro Yoshihiko Noda per guidare la nazione verso la dismissione dell’energia nucleare. La sottocommissione è composta da 25 membri, di cui solo otto a favore dell’abbandono del nucleare. Una strana proporzione per un gruppo che dovrebbe discutere le modalità per orientare il Giappone fuori dalla produzione di energia nucleare.
    Kiyoshi Okonogi, The Prometheus Trap/ Tug of war over future of nuclear energy. Asahi Japan Watch, 29 giugno 2012.

  • Diplomatico giapponese sollecita l’intervento dell’ONU per l’unità 4
    Willacy ha intervistato il professore di fisica nucleare Hiroaki Koide, il consigliere per la politica energetica degli Stati Uniti Robert Alvarez, il portavoce di TEPCO Yoshimi Hitosugi, il giornalista Tomohiko Suzuki e il diplomatico Misuhei Murata.
    Murata aveva scritto qualche mese fa al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki Moon, sollecitando un intervento internazionale per salvare il mondo da un’altra grande catastrofe nucleare che potrebbe essere prodotta dalla piscina del combustibile nucleare dell’Unità 4 della centrale nucleare Fukushima Daiichi.

    Mark Willacy, Japanese Diplomat urges UN intervention on SFP4. ABC Australia via YouTube, June 25, 2012.

  • La collusione del nucleare
    La recente decisione del governo di riavviare i reattori 3 e 4 della centrale nucleare Oi nella prefettura di Fukui ha rafforzato la convinzione diffusa che il governo sta continuando a tutelare gli interessi del settore dell’energia nucleare, anche dopo il disastro di Fukushima.
    Editoriale, Nuclear power plant collusion. The Japan Times, 23 giugno 2012.

  • Operatore nucleare del Giappone si auto assolve
    TEPCO, l’operatore della centrale nucleare di Fukushima ha presentato ai giornalisti un rapporto in cui dice che la società non ha mai nascosto informazioni, non ha mai sottovalutato la portata della fusione dei reattori e di certo non ha mai pensato di abbandonare il sito devastato. Nel rapporto afferma anche che l’interferenza del governo nella reazione al disastro ha creato confusione e ritardi.
    Hiroko Tabuchi, Nuclear Operator in Japan Exonerates Itself in Report. The New York Times, 20 giugno 2012.

  • La decisione di riavviare Oi non deve essere un precedente
    La decisione del governo centrale giapponese di riprendere le attività alla centrale nucleare di Oi è l’ennesimo tentativo di fare affidamento sul mito della sicurezza delle centrali nucleari.
    Keiji Takeuchi, COMMENTARY: Decision on restarting Oi reactors should not be a precedent. The Asahi Japan Watch, 17 giugno 2012.

  • Ryuichi Sakamoto: i giapponesi dovranno continuare ad alzare la voce contro l’energia nucleare
    Ho sempre provato fastidio per il modo in cui vengono prese le decisioni in Giappone, basandosi sullo stato d’animo piuttosto che sulla logica e senza discussioni appropriate sui principi.
    Ryuichi Sakamoto, intervista di Junko Takahashi, COMMENTARY/ Ryuichi Sakamoto: Japanese will have to continue raising voices against nuclear energy. The Asahi Japan Watch, 15 giugno 2012.

  • Tetsuen Nakajima: il Giappone deve riesaminare a fondo la politica nucleare
    Quando ero studente ero interessato solo alla letteratura e alle arti. Poi, nel 1963, un amico mi ha portato ad una manifestazione pacifista contro le armi nucleari.
    Tetsuen Nakajima, intervista di Kentaro Isomura, COMMENTARY/ Tetsuen Nakajima: Japan must thoroughly re-examine nuclear energy policy. The Asahi Japan Watch, 15 giugno 2012.

  • (1) Ricercatori sollecitano indagini su una faglia sotto la centrale di Oi
    Due scienziati chiedono l’ispezione di una linea di faglia probabilmente attiva sotto la centrale nucleare di Oi, prima che due reattori della centrale vengano rimessi in funzione.
    Toshio Kawada e Ryuta Koike, Researchers urge survey of possible active fault under Oi plant. The Asahi Japan Watch, 9 giugno 2012.

  • (2) La commissione della Dieta nega l’evidenza su TEPCO
    La Commissione d’indagine parlamentare sull’incidente di Fukushima ha concluso che TEPCO non ha mai previsto di ritirare tutti i lavoratori dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi, nonostante l’evidenza del contrario. La commissione era stata istituita per esaminare se l’operato dell’allora primo ministro Naoto Kan durante i primi giorni dell’incidente era appropriato. Tuttavia, la commissione ha trascorso gran parte del tempo concentrata su espressioni come “totale” o “parziale” e “ritiro” o “evacuazione”.
    Hideaki Kimura, INSIGHT: Diet panel’s conclusion on TEPCO defies evidence. The Asahi Japan Watch, 9 giugno 2012.

  • Il campo di battaglia di Fukushima sulla scienza
    A più di un anno dall’incidente nucleare di Fukushima, c’è ancora molto disaccordo su diversi aspetti delle sue conseguenze reali. Un esempio recente è un rapporto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che stima le dosi di radiazioni e i rischi di cancro conseguenti al disastro. Le conclusioni dell’OMS sono state criticate da altri medici che accusano l’organizzazione di sminuire la gravità dei rischi per la salute delle persone che vivono nella zona interessata.
    Aron Lamm, The Fukushima Battleground Over Science. The Epoch Times, 8 giugno 2012.

  • (3) Il gestore dei reattori del Kansai minaccia problemi
    In molti credono che KEPCO stia minacciando le imprese del Kansai con i blackout se il reattore di Oi non fosse riavviato.
    Eric Johnston, Official Kansai’s reactor nod puzzles. The Japan Times, 7 giugno 2012.

  • (4) I giapponesi non si fidano del nucleare

    L’opinione dei giapponesi nel 2011 e nel 2012 sull’uso dell’energia nucleare in Giappone.
    Fonte: Pew Research Center.

    Il 70% dei giapponesi vorrebbe ridurre la dipendenza dall’energia nucleare, mentre il 25% rimane favorevole all’uso del nucleare. Solo il 4% dei giapponesi vorrebbe che il paese aumenti l’uso dell’energia nucleare.
    Un anno fa, a poche settimane dall’inizio della crisi nucleare di Fukushima, i giapponesi erano più divisi su questo tema: il 44% era per una diminuzione dell’energia nucleare, il 46% voleva mantenere le cose come stavano, mentre l’8% si dichiarava favorevole ad un incremento del nucleare.

    Japanese Wary of Nuclear Energy. Survey Report. Pew Research Center, 5 giugno 2012.

  • (6) Allarma il programma di ritrattamento del plutonio durante gli shutdown
    I critici trovano contraddittorio che il programma giapponese di ritrattamento del plutonio per la produzione di combustibile nucleare MOX resti in esecuzione anche se i reattori sono fermi.
    Associated Press, Plutonium reprocessing plan raises alarm amid shutdown. The Japan Times, 4 giugno 2012.

  • (7) Troppo presto per riavviare i reattori
    Il governo giapponese si basa sugli stress test come prova del fatto che riavviare le centrali nucleari è sicuro. Ma gli stress test utilizzati per valutare la sicurezza delle centrali sono simulazioni al computer la cui efficacia non è stata dimostrata. A febbraio il presidente della Commissione per la sicurezza nucleare del Giappone (NSC) Haruki Madarame aveva detto che gli stress test non sono uno strumento adeguato per determinare la sicurezza dei reattori. Secondo l’editoriale del Japan Times, “se il governo centrale dovesse decidere di riavviare i reattori di Oi, sarà evidente che non ha preso seriamente in considerazione la catastrofe nucleare alla centrale nucleare Fukushima Daiichi”.
    Editoriale, Quickstep to restarting reactors. The Japan Times, 3 giugno 2012.

  • (8) I collegamenti dell’industria nucleare giapponnese con la CIA
    A 15 mesi dall’inizio della crisi a Fukushima Daiichi, il riavvio dei reattori del Giappone si sta dimostrando politicamente difficile quanto le domande scettiche sulla sicurezza dell’energia atomica.
    Quasi 60 anni fa il governo giapponese ha avuto un problema analogo: come convincere l’opinione pubblica a diventare una nazione nucleare, appena nove anni dopo che gli Stati Uniti avevano sganciato le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki?
    Tetsuo Arima, un ricercatore alla Waseda University di Tokyo, ha scoperto negli Archivi nazionali statunitensi una miniera di documenti declassificati della CIA, che dimostrano quanto Matsutaro Shoriki, capo del Yomiuri Shimbun (il giornale più venduto e più influente del Giappone), è stato determinante nell’avviare la nascente industria nucleare del Giappone, con l’aiuto della CIA.

    Eleanor Warnock, Japan’s Nuclear Industry: The CIA Link. The Wall Street Journal, 1 giugno 2012.

  • (9) Gli alti rischi del nucleare sono innegabili
    La settimana scorsa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato la sua prima analisi preliminare sull’esposizione dei cittadini giapponesi alle radiazioni del disastro nucleare di Fukushima e il noto istituto tedesco Max Planck ha pubblicato una relazione che avverte sui rischi globali di un prossimo incidente nucleare. Entrambe le relazioni sottolineano la necessità di migliori misure in Giappone e in tutto il mondo per proteggere il pubblico dai rischi nucleari.
    Rianne Teule, Nuclear spin cannot deny high risks. Greenpeace, 1 giugno 2012.

  • Pagine correlate:
    Le notizie sulla crisi nucleare a giugno 2012.
    ● Vedi anche la raccolta di analisi e notizie pubblicate nel 2011 e 2012.



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